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Australia

Australia - Arcobaleno trentuno

"Mamma, posso andare a vedere, dove nasce l’arcobaleno?”
 
"No Njawa, rispose Barigar, forse un giorno quando sarai grande, ma ora non è possibile".
 
"Drooro!, la mamma ha detto di no, che non ci posso andare".
 
Drooro se lo aspettava, però ci aveva provato a mandare avanti la sorellina più piccola che forse sarebbe riuscita laddove lui, non ce l’aveva fatta.
 
Ora però, per niente al mondo ci avrebbe rinunciato e, visto che era almeno a molti giorni da casa ed era deciso di tornarci a piedi, avrebbe cercato anche quel luogo!
 
"Drooro!, che cosa sono quei segni sui muri di questa grotta?" - "Ma te l’ho detto tante volte, sono come quelli vicino al nostro villaggio: sono le storie del nostro antico popolo e di tutto quello che ha fatto. Li hanno disegnati perché ci ricordassimo di loro ed anche per indicare le azioni migliori da fare per restare uniti, per essere felici tutti assieme: le piante, i sassi, noi, gli animali, l’acqua, il cielo, il fuoco. Tutti, ma proprio tutti in armonia".
 
"Ho capito" fece Njawa mentre si addormentava appoggiata al fratellino, ma lentamente, poiché dopo tanti giorni passati ad addormentarsi guardando quel soffitto di cemento, finalmente ritrovava il suo mondo e poteva riprendere a sognare, osservando stelle che ogni tanto cadevano lasciandosi dietro una lunga e bella coda luminosa.
 
Drooro faticò a prendere sonno ripensando a quella grande casa con tanti altri bimbi, che spesso piangevano, senza i genitori,... ma lui e sua sorella lì non volevano proprio stare!... Ed erano scappati da almeno cinque giorni con la volontà di tornarsene davvero a casa loro, al villaggio del clan Warungu. E poiché le strade moderne non le conosceva e temeva di ritrovare quel grande automezzo, si tuffò sulle terre rosse, senza piste, ma che lui amava e gli erano amiche.
 
"Drooro! Njawa!" - li aveva chiamati la mamma - "dovete andare con questi signori v’insegneranno a leggere e scrivere meglio e in un grande casa, dove mangerete tutti i giorni del buon cibo e dormirete sempre al coperto e avrete anche vestiti più puliti!"
 
Ma mentre la mamma parlava così, piangeva, e sembrava molto triste tanto che anche lui e sua sorella si misero a piangere. Poi assieme ad altri bimbi del villaggio furono fatti salire su una grande e rumorosa vettura che li lasciò dopo vari giorni di strada, in una vasta casa di pietra e ferro, recintata attorno, dove furono vestiti tutti uguali.
 
Svegliò la sorellina prima dell’alba, perché il sole forte li avrebbe affaticati troppo. Il cielo, quel cielo notturno lo affascinava, era talmente bello che avrebbe voluto non dormire mai, la mamma diceva che era la più bella coperta che si potesse tessere.
 
"Kangoo che fai qui?", esclamò Drooro -"Finalmente vi ho trovati!... rispose il canguro, sono giorni che vi stiamo cercando io e gli altri amici della Reed Rock". D’improvviso i vostri villaggi sono diventati silenziosi, non si udivano più le grida gioiose di voi bambini e Naburu il medicine man al quale abbiamo chiesto, ci ha detto di questa brutta storia e ora è andato dallo Spirito Supremo a chiedere un aiuto. L’ho visto salire sull’arcobaleno un po’ di tempo fa, subito dopo la prima pioggia.”
 
"L’arcobaleno?!"... gridò Drooro, ti prego dimmi, dove si trova l’inizio!"
 
Kangoo restò un po’ dubbioso, forse aveva parlato troppo, ma ormai era fatta! Tanti suoi amichetti del villaggio già gli avevano chiesto di questo luogo che solo il medicine man e loro animali conoscevano ma essendo un luogo molto particolare doveva restare segreto! Ora però, con la tragedia che aveva colpito tante famiglie e bambini, non gli parve il caso di esagerare anzi per alleviare un po’ il dolore grande che stavano vivendo Drooro e Njawa, rispose:
 
"Va bene, vi porterò là, ma cammineremo solo di notte, perché non sia rivelata a nessun altro la strada che porta al luogo sacro, potrebbero danneggiarla, o ed anche a voi due a volte sembrerà di sognare,... ma sarà tutto vero!"
 
E così per sette notti senza luna, avanzarono verso la grande prateria, incontrando gli amici conigli, tantissimi, che li aiutarono a cercare radici e frutta per cibarsi, videro i serpenti più velenosi e gli animali della notte, tutti sapevano della storia di questi bambini e tutti li stavano cercando per riportarli a casa anche se... "Solo i più coraggiosi" disse Talanji, il capo dei serpenti a sonagli, ce la faranno!"
Poi una notte dopo una grande tempesta che li costrinse al riparo in grotta con segni bianchi e rossi sul soffitto, apparve una miriade di piccoli insetti...:
"Le formiche verdi!... le formiche verdi!" fece Njawa.
 
"Sì, rispose Kangoo, siamo nel loro regno! ...e poi domattina presto incontreremo l’Arcobaleno! Ora continuate a sognare!"
 
Un fascio di luce sfolgorante e multicolore li avvolse d’incanto, era proprio vicino a loro, da una fenditura nel terreno usciva un grosso fiotto di luce che andava dritto verso il cielo!! ...mentre sciami di formiche verdi facevano danze dentro e fuori i brillanti colori!
 
Poi dalla grotta nella quale  si erano riparati, cominciarono a uscire coppie di animali che lentamente ma con decisione prendevano uno dei sette colori dell’arcobaleno detto anche "Ponte degli Dei", cominciarono a salire verso il cielo: una coppia di dingo, gli emù, di coccodrilli, di conigli, di canguri, diversi tipi di serpenti velenosi, dei rari kiwi, alcuni koala e ornitorinco, quattro opossum; ...e così successe fino a che il sole non si fece più forte e l'arcobaleno sparì.
 
Ma Drooro e Njawa che dallo stupore se ne stavano a occhi sbarrati al veder tale processione,  finirono con un "ohhhh!!!" quando l’ultimo a lasciare l’arcobaleno, ma discendendo, fu il loro medicine man, Naburu seguito da una serpe, il suo totem-guida.
 
Naburu strofinò sulla testa dei due fratellini un candido cristallo di rocca poi li prese per mano e assieme si avviarono verso il villaggio.
 
Lo sciamano non disse nulla sulla storia dei bambini. Era un saggio che vedeva lontano!
 
“Drooro! Njawa!... disse invece, sulla nostra terra stanno accadendo cose molto strane da comprendere e dolorose da sopportare ma come passano i brutti temporali, anche questi momenti  passeranno e verrà il tempo buono!
 
Intanto l’Essere Supremo ha invitato molti animali che rischiano di scomparire sia per la caccia che gli dà l’uomo che rendendogli una terra ferita e invivibile, bruciando e scavando ovunque, di andare presso le Regioni Superiori dalle quali ridiscenderanno quando il pericolo sarà passato; e per fare ciò ha concesso loro di salire attraverso l’arcobaleno, la scala sacra che ora, solo noi sciamani possiamo usare per andare, qualche volta, a parlare con Lui.
 
Drooro si girò proprio quando i sette colori come risucchiati da un vortice, sparivano nel cielo, vicino al sole.

Australia - Arc en ciel trente et un

«Maman, puis-je aller voir, d'où vient l'arc en ciel?»

«Non Njawa», répondit Barigar, «peut-être un jour quand tu sera grand, mais maintenant, il n'est pas possible.»

«Drooro! Maman a dit non, je ne peut pas y aller.»

Drooro se l’attendait, mais il avait essayé d’envoyer sa jeune sœur, qui aurait peut-être réussi là où il n’avait pas réussi lui même.

Mais maintenant, pour rien au monde aurait abandonné cette idée, et, en étant plusieurs jours loin de la maison, où il avait décidé de faire retour à pied, il aurait également cherché cet endroit aussi!

«Drooro, qu’est-ce que ces sont ces signes sur les murs de cette grotte?» - «Mais je te l'ai dit plusieurs fois, ils sont comme ceux près de notre village, ce sont les histoires de notre ancien peuple, et de tout ce qu'il a fait. Ils les ont dessinés afin qu’ils nous rappellent d'eux et aussi pour indiquer les meilleures actions à faire pour rester unis, pour être heureux tous ensemble: les plantes, les rochers, nous, les animaux, l’eau, le ciel, le feu. Tout le monde, absolument tout le monde en harmonie».

«Je comprends» dit Njawa tandis qu’elle s'endormait tout en se penchant contre le petit frère, mais lentement, car après tant de jours passés en s'endormant avec l’égard a ce plafond en béton, elle avait finalement retrouvé son monde et elle pouvait continuer à rêver, en regardant les étoiles, qui parfois tombaient, tout en laissant derrière elles une longue et belle queue lumineuse.

Drooro eu du mal à dormir avec la pensée de cette grande maison avec beaucoup d'autres enfants, qui souvent pleuraient, sans parents, ...mais lui et sa sœur ne voulaient tout à fait pas rester là! ...Et ils s’étaient enfuis au moins cinq jours avant, avec la volonté de rentrer vraiment à leur maison, au village du peuple Warungu. Et comme il ne comprenait pas les routes modernes, et il avait peur de trouver une fois encore ce grand véhicule, il sauta sur les terres rouges, avec pas de pistes, mais qu'il aimait et qui lui étaient amies.

«Drooro! Njawa!» les avait appelés leur mère, «vous devez aller avec ces messieurs dans une grande maison, où ils vont vous apprendre à lire et écrire mieux qu'ici dans le village; vous mangerez de la bonne nourriture tous les jours et vous dormirez toujours sous un toit, et vous aurez aussi des vêtements plus propres!»

Mais tandis que leur mère parlait, elle pleurait, et elle avait l'air très triste, tellement triste que lui et sa sœur aussi se mirent à pleurer. Puis, avec les autres enfants du village, ont les fit monter sur une grosse voiture bruyante, que, après plusieurs jours sur la route, les quitta dans une vaste maison de pierre et de fer, clôturée tout autour, où ils furent tous habillés pareils.

Il réveilla sa sœur avant l'aube, car le soleil trop fort les aurait trop fatigués. Le ciel, ce ciel nocturne le fascinait, il était si beau qu'il n’aurait voulu jamais dormir, sa mère lui disait qu'il était la couverture la plus belle qu’on pourrait tisser.

«Kangoo qu’est-ce que tu fais ici» s’exclama Drooro. «Enfin, je vous ai trouvés!» répondit le kangourou, «il ya des jours que nous sommes à votre recherche, moi et les autres amis de Reed Rock. Soudain vos villages sont devenus silencieux, on n’entendit plus les cris joyeux des enfants, et Naburu, l'homme de la médecine, à qui nous avons demandé, nous a conté cette horrible histoire, et il est maintenant allé chez l'Esprit Suprême pour demander de l'aide. Je l'ai vu monter sur l’arc en ciel un peu de temps auparavant, juste après la première pluie».

«L'arc en ciel?!» ...cria Drooro, «s'il te plaît di-moi, où ce trouve son début!»

Kangoo resta un peu douteux, peut-être qu'il avait trop parlé, mais maintenant il été trop tard! Beaucoup de ses petits amis du villages lui avaient déjà demandé sur cet endroit, que seul leur homme de la médecine et les animaux connaissaient, mais en étant un endroit très spécial, il devait rester secret! Mais maintenant, avec la tragédie qui avait frappé tant de familles et d'enfants, il ne voulait pas exagérer, au contraire pour soulager un peu la grande douleur que Drooro et Njawa éprouvaient, il répondit:

«C’est bien, je vais vous y emmener, mais nous allons marcher seulement pendant la nuit, de façon que la route menant au lieu sacré ne soit pas divulguée à personne d’autre, car ils pourraient l’endommager, et même à vous deux il vous semblera parfois de rêver,... mais il sera tout à fait vrai!»

Et donc pendant sept nuits sans lune, ils s'avancèrent vers la grande prairie, en rencontrant les amis lapins, beaucoup d’eux, qui les aidèrent à chercher de racines ou de fruits pour se nourrir; ils trouvèrent des serpents les plus venimeux et les animaux de la nuit, tout le monde connaissait l'histoire de ces enfants et tous étaient en train de les chercher pour les ramener à la maison, même si... «Seuls les plus braves», déclara Talanji, le chef des serpent à sonnettes, «vont réussir!»
Puis, une nuit, après une grosse tempête qui les obligea de se réfugier dans une grotte, avec des signes rouges et blancs sur le plafond, une multitude de petits insectes leur apparu..:
«Les fourmis vertes! ...les fourmis vertes!» dit Njawa.

«Oui, répondit Kangoo, nous sommes dans leur royaume! ...Et puis demain matin, nous allons rencontrer l’arc en ciel! Maintenant, continuez à rêver!»

Un faisceau de lumière éblouissante et colorée les enveloppa comme un enchantement, c’était tout juste à côté d'eux, d'une large fissure dans le sol vint une grande inondation de lumière qui alla droit au ciel! .. alors que des essaims de fourmis vertes dansaient dans et hors les couleurs brillantes!

Puis de la grotte dans laquelle ils s’avaient réparés, des paires d'animaux commencèrent à sortir, ils prenaient lentement mais avec précision l'une des sept couleurs de l'arc en ciel et sur le "Pont des Dieux", ils commencèrent à monter vers le ciel: une paire de dingos, d’émeus, des crocodiles, des lapins, des kangourous, plusieurs types de serpents venimeux, des kiwi rares, quelques koalas et ornithorynques, quatre opossums; ...et cela arriva jusqu’à ce que le soleil ne devint plus fort!

Mais Drooro et Njawa qui avaient les yeux écarquillés à cause de l'étonnement qui leur provoquait la procession, terminèrent avec un «ohhhh!!!», quand le dernier à quitter l'arc en ciel, tout en descendant le fleuve de lumière rouge, fut leur homme de la médecine Naburu, suivi par un serpent, son totem-guide.

Naburu frotta sur la tête des deux frères un cristal de roche blanche, puis il les prit par la main et ensemble, ils marchèrent vers le village.

Le chaman ne dit rien sur l'histoire des enfants. Il était un homme sage qui voyait loin!

«Drooro! Njawa!» ...dit-il, cependant, «sur notre terre se passent des choses très étrange à comprendre, et douloureuses à supporter, mais de la même façon come se passent les tempêtes mauvaises, même ces moments passeront, et le temps bon viendra!»

Pendant ce temps, l'Être Suprême a invité de nombreux animaux, qui risquent de disparaître à cause soit de la chasse des hommes, soit de l’œuvre de l’homme qui leur rend la terre blessée et inhabitable, tout en brûlant et creusant partout, à s’en aller chez les régions supérieures, desquelles ils reviendrons lorsque le danger sera passé; et pour faire ça il leur a permis de monter à travers de l'arc en ciel, l'escalier sacré, que désormais seuls les chamans peuvent utiliser pour se rendre, parfois, à parler avec Lui.

Drooro se tourna exactement quand les sept couleurs, comme s’ils furent aspiré dans un vortex, disparurent dans le ciel près du soleil.

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